Storia
Il Castello della Rocca
Il castello della Rocca è una struttura che risale al XI Secolo d. C. E' posto su uno sperone roccioso ad una quota di 550 m s.l.m. e domina la valle sottostante di San Sosti e la Gola del Rosa. Questa caratteristica posizione fa pensare al ruolo che avesse un tempo e cioè di forte di vedetta per il controllo del territorio e soprattutto della via di comunicazione che, attraverso la Gola del Rosa, giungeva sul mar Tirreno. L'antica via Istmica di cui si parla, permetteva gli scambi commerciali fra lo Ionio e il Tirreno della Calabria Settentrionale. Da Sibari, seguendo i corsi d'acqua come il Crati e poi i suoi affluenti Esaro e infine Rosa, si giungeva nella nostra valle che continuandosi nella stretta Gola del Rosa dava l'accesso al Tirreno. Il Castello della Rocca probabilmente era utilizzato per presidiare questo tratto di via in quanto posto proprio all'imbocco della Gola. La foto qui a sinistra rende l'idea di come è chiara la visione del passaggio nella Gola; in alto si vede il Santuario del Pettoruto. Dagli studi archeologici effettuati si pensa che questa Rocca sia stata frequentata fino al XII Secolo d.C. Sono stati rinvenute monete di epoca Sveva e Angioina. Ma dagli scavi sono emerse anche testimonianze di altre epoche come: ceramiche romane del I - II Secolo d.C. e frammenti di micro ceramiche votive greche del VI - V Secolo a.C. Altri ritrovamenti attestano una frequentazione del sito risalente addirittura all'età del bronzo e del ferro. Comunque gli studi sono ancora in via di sviluppo e non è chiaro ancora compiutamente il ruolo di questo "Castello" ma soprattutto la sua relazione con gli altri siti come "I Casilini" e i vari ritrovamenti sotto l'abitato di San Sosti.
Anche se non è facile dare un preciso ruolo e tanto meno un collegamento fra i vari siti di San Sosti, possiamo asserire con fierezza che il nostro territorio è stato frequentato fin dall'età del bronzo. Questo vuol dire che nei nostri luoghi l'uomo ha trovato da sempre, assieme alle condizioni favorevoli legati al clima, alla terra fertile, alla ricchezza di acque e di selvaggina anche opportunità di sviluppo per le vie di collegamento con i centri più importanti dell'epoca.
Raffaele Rosignuolo